ENTI LOCALI E TERRITORIO

maggiore attenzione alle esigenze
e alla partecipazione
dei cittadini

La riforma degli Enti Locali (UTI) è indispensabile per affrontare la complessità dei nostri tempi, garantendo la qualità dei servizi. Tuttavia, il suo iter di realizzazione è stato problematico, anche perché ha sostituito spesso il principio di collaborazione con quello di autorità. Va perciò rivista in un’ottica partecipativa: non per tornare al passato ma perché la razionalizzazione degli enti locali è urgente per garantire la qualità dei servizi, e perchè è imprescindibile ripristinare un clima di collaborazione e fiducia tra Regione ed Enti Locali ,individuando soluzioni razionali e realizzabili per l’utilizzazione del personale.

La Riforma della Sanità regionale era indispensabile e i principi condivisibili. Tuttavia l’applicazione è risultata faticosa sul piano organizzativo perché hanno spesso prevalso resistenze di poteri consolidati e l’effetto inerziale sugli assetti organizzativi di un’impostazione “ospedale-centrica” che ha ostacolato lo spostamento di energie e risorse sul territorio. L’assetto istituzionale, derivato da valutazioni legate a equilibri politico-istituzionali e a ragioni puramente organizzative, ha rivelato dei colli di bottiglia che è necessario superare, anche mettendo in campo un’azione capillare di ascolto attivo e partecipazione.

Azioni concrete per gli Enti Locali

  • Coinvolgere TUTTI gli amministratori, anche quelli che non hanno ancora aderito, attraverso un percorso partecipativo.
  • Migliorare la governance delle UTI coinvolgendo gli assessori dei comuni.
  • Permettere alle Unioni territoriali e agli Enti Locali di rafforzare il personale per l’applicazione della riforma.
  • Incentivare le opportunità offerte dal Comparto Unico.
  • Definire una riforma dell’Ente Regione per ridurre il centralismo oggi eccessivo e potenziare la multilevel governance.
  • Rinforzare e valorizzare la riforma della finanza degli enti locali Legge 18 – 2015 che ha permesso alla nostra Regione, tra le prime in Europa, di definire con tempistica definita e certezza finanziaria, secondo una strategia di multilevel governance con l’Ente Regione, la pianificazione integrata per un’area vasta (piani: paesagistico, qualità dell’aria, sviluppo rurale, energia sostenibile, mutamenti climatici, mobilità sostenibile) nonché la progettazione e la realizzazione delle opere relative.
  • Mantenere nel nostro ordinamento la previsione delle città metropolitane.

Azioni concrete per la tutela della salute

  • Proseguire nel piano di assunzioni per consentire al personale di operare in condizioni di agibilità e sicurezza, rafforzare la territorialità con delle assunzioni funzionali, percorso già avviato ma che necessita di un’accelerazione. Trovare delle formule di organizzazione che superino gli ostacoli della burocrazia e la mancanza di personale.
  • Velocizzare la realizzazione dei Centri di assistenza primaria sul territorio, rafforzare la domiciliarità delle cure, ridurre da subito i tempi di attesa per la diagnostica più urgente e per le attese nei Pronto Soccorsi.
  • Dare piena attuazione a una politica integrata di promozione della salute e dell’invecchiamento attivo.
  • Proseguire, con l’attenzione dimostrata dalla legislatura uscente, sul tema delle patologie associate all’amianto, investendo risorse sulla mappatura della presenza di amianto sul territorio regionale e potenziando le contribuzioni a pubblico e privato per la sua rimozione e smaltimento.
  • Rinforzare il lavoro di rete tra sistemi, istituzioni, figure professionali.
  • Migliorare la comunicazione all’interno del sistema socio-sanitario ma anche con il cittadino: renderlo più consapevole e informato per evitare falsi allarmismi, proteste ingiustificate, accessi non motivati al pronto soccorso, e favorire comportamenti più responsabili.
  • Migliorare la preparazione delle figure professionali (es. infermieri, MMG, educatori professionali, psicologi, ecc.) affinché sia prevista una formazione specifica sul lavoro in rete/team per creare una cultura della salute più territoriale che ospedale-centrica;
  • Individuare gli interlocutori corretti per dare risposte ai bisogni (maggior integrazione distretti-enti locali).
  • Rinforzare il sistema di assistenza alla domiciliarità (percorsi di dimissioni protette, supporto ai familiari, somministrazione farmaci, comunicazione tra i professionisti delle equipe multidisciplinari e con il paziente), per evitare sprechi di risorse e istituzionalizzazione e ridurre le complicanze.
  • Per le strutture assistenziali e/o residenziali migliorare il sistema di controllo della qualità e per persone autosufficienti pensare a soluzioni di co-housing (anche intergenerazionali).
  • Ragionare sulle peculiarità e differenze tra centri urbani e territorio rurale, sia in termini di servizi che di interventi preventivi.

Parallelamente al miglioramento della riforma sanitaria, è necessario sostenere il sistema sanitario attraverso la valorizzazione del volontariato e del terzo settore, oltre che investire in maniera sempre più decisa sugli aspetti della prevenzione. Sulla prevenzione oggi il maggior investimento è su screening e vaccinazioni e manca il sostegno a programmi di promozione della salute ed educazione a sani stili di vita che mirano anche a una riduzione dei costi socio-sanitari.

Azioni da mettere in campo su volontariato, terzo settore e prevenzione:

  • Garantire un maggior supporto alle realtà associative del terzo settore che collaborano con le istituzioni. Le associazioni del terzo settore si ritrovano spesso a dover rispondere a complesse richieste di gestione di servizi e attività da parte delle istituzioni, anche con grandi responsabilità. Avrebbero, quindi, necessità di essere aiutate a strutturarsi attraverso un’adeguata formazione dei volontari o collaboratori, di un’accurata informazione sulle procedure amministrative e di una comunicazione efficace al cittadino.
  • Potenziare il Registro delle associazioni di volontariato e promozione sociale della Regione (regionale, del CSV, di progetti specifici) affinché diventi un sistema unico di consultazione.
  • Per le associazioni sportive, fare chiarezza sulla questione dell’obbligo di certificazione presso il medico o il pediatra di base per l’attività sportiva non agonistica.
  • Garantire un ruolo essenziale alla prevenzione e promozione della salute nella programmazione regionale, anche in termini di investimento, ragionando sulle tre linee della prevenzione primaria (educare a sani stili di vita), secondaria (diagnosi precoce di patologie) e terziaria (riduzione delle complicanze).
  • Evidenziare l’importanza della dimensione relazionale nella salute e qualità della vita dei cittadini, per sviluppare azioni di contrasto alla solitudine, di promozione della solidarietà intergenerazionale e del valore del volontariato, di sostegno alle persone a rischio di marginalizzazione o disagio sociale.
  • Istituire un osservatorio permanente sulla prevenzione per analizzare i fattori di rischio e i determinanti di salute, monitorare i risultati delle azioni implementate e per raccogliere le buone pratiche esistenti in regione e favorirne l’applicazione in altri contesti.
  • Favorire la sensibilizzazione/informazione sugli stili di vita fin dal sostegno alla genitorialità e dagli asili nido. Inoltre attualmente non esiste nella programmazione scolastica un percorso permanente sull’educazione a corretti stili di vita ma soltanto la facoltà di aderire a programmi e proposte provenienti da istituzioni ma anche da altre organizzazioni. Si dovrebbe quindi intervenire per la creazione di un piano di educazione capillare e permanente, in particolare per promuovere una corretta alimentazione, l’esercizio fisico, il contrasto alle dipendenze, la salute sessuale, il diritto al gioco.
  • Dare continuità alla recente adesione della Regione alla Rete delle Regioni che promuovono Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO Regions for Health Network) e ai percorsi già sperimentati o in corso nell’ambito della Rete Regionale Città Sane FVG.
  • Favorire interventi infrastrutturali e di riqualificazione urbana che facilitino l’adozione di sani stili di vita, la mobilità sostenibile, l’inclusione sociale (creazione spazi verdi, utilizzo palestre, percorsi ciclo-pedonali, messa in sicurezza di percorsi casa-scuola, accessibilità dei trasporti, ecc.).
  • Incoraggiare programmi e attività di carattere intergenerazionale, anche attraverso una stretta collaborazione con le due università.
  • Le attività di promozione della salute necessitano di un approccio integrato tra tutti i settori dell’amministrazione, i livelli di governo e le componenti della società civile; tuttora si lavora spesso per compartimenti stagni (a canne d’organo). Per questo è necessario promuovere una maggiore consapevolezza sul tema della  salute e un approccio integrato e interdisciplinare in tutti i settori dell’amministrazione.
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