ECONOMIA VERDE E CIRCOLARE

 

riduzione delle emissioni 

efficientamento energetico 

mobilità sostenibile

Il 2015 ha segnato una svolta nella storia dell’umanità e del suo rapporto con il pianeta.

Nel 2015 l’ONU ha varato i 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile (17 SDG’s), si è tenuto il COP21 sul Clima e l’UE ha varato una robusta Agenda Urbana. 

Ormai non ci sono più dubbi, le prospettive di sostenibilità del pianeta sono preoccupanti, se non viene ridotta drasticamente l’emissione di gas serra.

La riduzione delle emissioni da combustibili fossili deve essere obiettivo etico primario di qualsiasi azione politica.

Il Patto dei Sindaci 202020 ha risvegliato le coscienze di molti centri urbani, ma gli obiettivi da raggiungere entro il 2030 sono molto più ambiziosi. Tutti devono farsene carico, per il benessere immediato, ma soprattutto per quello delle generazioni future. Se il debito sovrano è poco rispettoso dei cittadini che verranno domani e lo dovranno pagare, così bloccare i processi antropici che provocano l’aumento di temperatura e i conseguenti mutamenti climatici è doveroso verso chi verrà dopo di noi. È già tangibile in modo preoccupante la traccia su tutti i bilanci pubblici dell’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi, ma il rischio dell’effetto valanga è molto alto.

Oltre alla riduzione delle emissioni da fonti fossili, altrettanto attenta deve essere la cura verso le risorse naturali: acqua, aria, biodiversità. 

Non ci può essere una politica di sinistra che non ponga come centrali i temi della qualità dell’aria, dell’acqua e la tutela dell’ambiente.

L’opportunità dell’efficienza energetica è una delle principali risposte che le Pubbliche Amministrazioni possono dare per rilanciare il settore economico e fornire un migliore servizio alla comunità.

L’economia verde può essere declinata sia come efficientamento energetico degli edifici e dei processi, sia come sviluppo sostenibile in tutti i settori, dal primario al terziario avanzato, con particolare riferimento alla casa e all’edilizia. Inoltre vanno promosse dinamiche di economia circolare, aumentando così la capacità di autorigenerazione del sistema produttivo e la sua resilienza.

Il modello lineare di sviluppo non tiene conto dei limiti delle risorse e va dunque abbandonato in tutte le politiche. 

Infine, puntare sulla mobilità sostenibile significa al tempo stesso rendere più efficiente il trasporto e diminuire gli impatti ambientali e sociali.

Azioni concrete per un’economia verde e circolare

 

  • Sviluppare il Total Smart Energy Grid in coerenza con l’indirizzo strategico dell’Unione europea. Sul modello di quanto già fatto per il teleriscaldamento nella zona di Udine Nord, il completamento dell’intera cablatura della città di Udine e del suo hinterland con un progetto analogo su Udine Sud (che sfrutta il surplus di energia della ABS che attualmente va dispersa) vanno sviluppate azioni di sistema nei distretti e nelle zone industriali (come è avvenuto a Manzano per il Distretto della sedia) realizzando reti di teleriscaldamento per mettere a sistema le fonti industriali di maggiore inquinamento ambientale con i poli urbani di maggiore consumo e lavorando sul dialogo energetico fra reti di teleriscaldimento diverse.
  • Sviluppare linee costiere di pompe e scambiatori di calore per sfruttare l’energia del mare.
  • Superare la misura di agevolazione della benzina che costa alla Regione 50 milioni l’anno ma non si traduce più in sconti effettivi per i suoi abitanti, dato che proprio a causa di questi incentivi il prezzo della benzina è più alto rispetto ad altre zone d’Italia. Queste risorse vanno liberate a favore dello sviluppo sostenibile, dell’efficientamento, della costruzione di una filiera dell’energia rinnovabile
  • Rafforzare le azioni di recupero del patrimonio edilizio esistente e di efficientamento energetico, anche per dare risposte al comparto edilizio. Il retrofitting degli edifici storici è un settore importante di specializzazione ancora poco esplorato, che proprio il nostro paese, e la nostra regione con la sua grande tradizione edilizia, possono occupare da protagonisti nel futuro.
  • Tradurre la nuova legge sull’economia circolare in piani e azioni concrete, incentivando la creazione di un ciclo di recupero e riutilizzo dei rifiuti, promuovendo attività specifiche volte a sostenere l’avvio di nuove imprese che operano in questo settore.
  • Dar seguito alla legge sulla Difesa del Suolo, di cui finalmente la Regione si è dotata e che permette di varare un grande piano per la difesa preventiva del suolo della regione da frane e alluvioni, evitando che i finanziamenti vadano dispersi in maniera arbitraria. Sono stati avviati le prime azioni e i primi finanziamenti. Va dunque perseguito il completamento della Riforma e delle leggi sulla Difesa del suolo chiarendo meglio la distinzione fra i compiti di prevenzione affidati alla Direzione ambiente da quelli di urgenza affidati alla protezione civile.
  • Realizzare un nuovo grande Piano per la mobilità sostenibile incentrato sul trasporto pubblico.  Promuovere uno sviluppo equilibrato del trasporto pubblico locale in tutta la regione, distinguendo le diverse esigenze fra aree urbane e aree non urbane e livellando il nuovo sistema regionale verso l’alto.
  • Sviluppare la Rete della mobilità lenta, puntando su Zone 30 nei centri urbani, e anche Zone TPP (zone a Traffico Pedonale Privilegiato) potenziando la rete delle piste ciclabili urbane ed extraurbane e lo sviluppo della rete E-bike, da sfruttare anche in chiave turistica. Potenziare le reti di bike-sharing e car-sharing elettrico.
  • Proseguire nel processo di risanamento dei grandi impianti industriali inquinanti, come la Ferriera di Servola. Innanzitutto agendo sulle autorizzazioni integrate ambientali come strumenti dinamici in grado di assumere come riferimento le migliori tecnologie disponibili e di compararle con i risultati ottenuti nel contenimento delle emissioni. In contemporanea portando a termine gli studi epidemiologici sulla popolazione coinvolta. L’obiettivo è quello di contemperare la riduzione dell’impatto ambientale, la tutela della salute e il mantenimento dei livelli occupazionali. Anche in un quadro di mantenimento delle emissioni entro i limiti stabiliti da leggi ed autorizzazioni, i processi di riconversione dei grandi impianti industriali e la eventuale revisione di precedenti accordi di programma potranno essere accompagnati dalla Regione se sostenuti da adeguati investimenti economici – da parte di imprese a cui siano state descritte le potenzialità industriali delle aree interessate – e dal mantenimento di adeguati livelli occupazionali che prevedano anche il reimpiego dei lavoratori coinvolti nella produzione
  • Rivisitare la L. 42/96 sulle aree protette, conseguendo obiettivi di maggiore protezione della natura affinchè quest’ultima diventi motore di sviluppo del territorio: turismo ambientale, agricoltura di qualità e filiere corte, sinergia con il sistema dei beni culturali, sviluppo di una strategia per lo sviluppo dell’economia legata al turismo culturale e ambientale. Andranno apportate correzioni di governance del sistema, evitando che siano i Comuni ad affrontare da soli l’impatto dei grandi progetti che interessano Parchi e Riserve della  regione.
  • Introdurre e, là dove esistente, potenziare, il sistema di monitoraggio della qualità dell’aria e dell’acqua, nonché di computo del bilancio energetico. E istituire norme adeguate di controllo.
  • Introdurre nuove leggi che rendano più facilmente perseguibile l’innovazione sociale e la gestione dei “beni comuni”. È questo un settore in forte sviluppo che coniuga la responsabilità individuale a quella collettiva, favorisce la partecipazione e la condivisione; permette inoltre di realizzare quel brokeraggio sociale, ovvero quell’intermediazione sociale, che supera i modelli top-down e bottom-up, liberando energie, creatività e potenzialità altrimenti inespresse o latenti.
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